Si muoveva lentamente intorno a me che lo fissavo rapita come se stessi guardando una pantera pericolosa, immobile davanti ai suoi movimenti felpati sin troppo studiati, sentivo l’affanno nel petto a ogni sguardo o movenza che lo conduceva più vicino.
“Hai paura?” mi chiese capitolando a pochi centimetri dal mio viso rosato e dal mio corpo bloccato.
“Un pochino” risposi deglutendo senza aver la possibilità di staccare gli occhi dai suoi.
“Non ti farà male” mi afferrò la nuca e io socchiusi gli occhi ormai vinta.
“Lo so” rantolai in un suono gutturale, il suono di chi s’arrende.
Lui mi piegò il capo ed io non obiettai né mi ribellai in alcun modo. Poi i suoi canini forti mi squarciarono la gola, si conficcarono nella giugulare e io lentamente morii.
Morire non era quello che avrei desiderato fare stanotte, ma mi capitò perché l’amore è come l’oscurità, non sai mai cosa nasconde.
2 commenti:
Che forti questi racconti, mostrano la tua capacità nello scrivere, non è per niente facile raccontare in così poche parole
Brava!
Sono vecchissimi, però li ho nel pc da tanto tempo e volevo pubblicarli da qualche parte... eheh
grazie e bacio!
Posta un commento