venerdì 25 novembre 2011


WOMAN IN RED

il concorso di MonteCovello.

Fotografia originale corredata da racconto erotico, a breve il bando di concorso.

Chiunque volesse cimentarsi, scarichi il bando che presto inserirò e mi scriva qui:

deborah.fasola@libero.it


Ricorco che accetto manoscritti allo stesso indirizzo, per una valutazione e un eventuale proposta editoriale.
Inviare Testo, sinossi dell'opera e breve biografia personale.

Grazie a presto con il bando

Deborah

domenica 13 novembre 2011

Sete di Vita - il mio primo racconto in assoluto, risale al 2005.

-Non ti avrei mai amato, se in te non ci fosse stato qualcosa di imperfetto, non amo le persone impeccabili, quelle che non sono mai cadute. La loro è una virtù spenta.

Olivia chiuse il diario su cui annotava i suoi pensieri, abbandonandolo poi sullo scrittoio.
Vi era solo il silenzio intorno a  lei e aveva  degli occhi profondamente tristi.
E poi vi era la notte e la sete: sete di vita.
Lo conobbe in primavera quando la natura si stava risvegliando come si risvegliava lei con ogni tramonto: bramando di perdere il controllo, di buttar via anima e ardore, di superare il limite.

“La sentite?” mormorò qualcuno alle sue spalle.

“Chi sei? E Cosa dovrei sentire?” Olivia si volse, lo sguardo saettò a cercare quello dell’uomo che parlava, che era chiaro quanto il suo.

“L’odore dei fiori di pesco” lui sorrise aggirando la panca in una lenta e quasi teatrale camminata.

“Ma qui non vi sono alberi di pesco” ribatté Olivia inarcando le fini sopracciglia, un uomo senza dubbio strano, tanto quanto armonicamente bello.

“Oh lo so, ma se si sa ascoltare il vento ci può condurre ogni profumo” ribatté lui.

“Non sento nulla” ammise, già rapita, mentre il vestito leggero e chiaro si snodava al vento insieme ai suoi lunghi capelli rossi carminio a cavatappi.

“Non così” disse lui scuotendo il capo. “Voi tentate di sentir ciò ch’io vi narro con questo” sfiorò il piccolo naso all’insù di lei con l’indice freddo. ”Ma è lì dentro che dovete cercar i profumi Milady” indicò quindi il suo cuore.
E lei tra merletti e pizzi, stretta in pregiate stoffe, si trovò perduta a osservar lo sguardo di colui che le stava accanto, cercando persino di seguirne le istruzioni.
E lei tra profumi e caldure s’innamorò.
Un lampo fuori dalla grande finestra e poi un tuono, e il pennino che in bella grafia tracciava pensieri.

-Ti amavo semplicemente perché eri tu, il ragazzo che mi ha insegnato a sentir il profumo dei fiori di pesco, che mi ha insegnato ad amar la vita e poi me l’ha strappata via per sempre. 
Ti ho donato il mio corpo e la mia anima, in un patto eterno suggellato dalla vita che porto in grembo.


Olivia si posò una mano sul ventre tondo, pulsante di dolorosa vita. Poi i mesi si susseguirono, feroci e lesti come i fulmini di quel temporale che terminò con un meraviglioso arcobaleno di nome Alyssa, che una in una notte venne semplicemente data alla vita.

 -Mi ricordo quando mi parlavi di te e in te io rivedevo me stessa, eri gettato in una vita che non ti apparteneva, quando invece tu volevi solo sentir l’odore dei fiori di pesco. 

Lo ricordo perfettamente perché con te ho pianto. 
Lo ricordo mentre guardo il volto di nostra figlia, che è identico al tuo di luna, lei che ha sete di vita, almeno quanta ne avevi tu.


I mesi passarono e i ricordi sbiadendo si mischiarono come carte dello stesso seme che si clonavano ancora e ancora, sinché una notte lui tornò.

-Non ti avrei mai amato se fossi stato come tutti gli altri, non avrei potuto, io amo l’imperfezione; eppur tu mi hai portato con te in maniera così perfetta e sadica. 
Hai lasciato nostra figlia sola e hai condannato me a morire ogni notte della vita che tu hai scelto per me, tu che ora giaci senza testa sul tappeto della mia camera da letto, quella dove Alyssa è stata concepita, quella che ti aspettava. 
Tu mi hai insegnato a uccidere e così è stato, ho ucciso l’unica persona da cui avrei potuto cominciare, in questa mia eternità di pene da scontare. 
Ma ora devo andare. 
Lascio il tuo corpo straziato e perfetto, mentre gronda sangue del quale il mio tappeto s’impregna. 
Sei così bello anche nella morte. 
Me ne vado adesso, che finalmente sento il profumo dei fiori di pesco.


Olivia uscì così di scena, nel cuore della notte, lasciando in regalo alla figlia il corpo di uno sconosciuto, ormai morto.
Alyssa compiva undici anni quel giorno; e non appena il sangue le macchiò i piccoli piedini s’incamminò cauta verso lo scrittoio, ove sedette, per poi aprire il taccuino materno, sul quale cominciò a scrivere qualcosa: 

-Questa è la storia di Olivia, mia madre…

giovedì 10 novembre 2011

Luna cremisi

La mia prima presentazione online

https://www.facebook.com/event.php?eid=185031498249703

mi raccomando se potete, passate:

La presentazione si terrà domani 11-11-2011, e sarà aperta dalle 11 di mattino alle 23 (11 di sera :D), 


speriamo 


che tutti questi 11 portino bene come si dice.



In ogni caso, presenterò il mio romanzo e lascerò aperta la possibilità di pormi domande per tutto il giorno, 


grazie a chi lo farà e mi consentirà così di parlare e far conoscere Luna cremisi

martedì 8 novembre 2011

Serie dei micro racconti: Il Burattinaio

Non era lei a compiere quelle cose atroci, qualcuno stava manovrando le sue azioni : Il  burattinaio, che da sopra la sua testa muoveva i fili per far vivere il suo burattino.
Sua, non era altro che il suo giocattolo. Le aveva inciso gli arti e ne aveva estratto i nervi, che ora tesi tra le sue mani erano lunghi fili. 
Così la muoveva rendendola una cosa sua e lei non poteva opporsi. L’aveva spinta nella sala con la culla, dove un pianto soffocato si udì per l’ultima volta. 
E poi l’aveva condotta al letto matrimoniale, dove l’amore fu spezzato dalla lama. Era così che faceva il maestro dei sogni, l’artista di strada, il burattinaio. 
Prendeva le persone e le manovrava, esse non avevano più una coscienza, erano pupazzi nei meandri della sua mente. L’aveva amata più di chiunque altro, regalandole il suo perdono al gusto  del sangue. 
Questo era il vero amore, si stava prendendo cura di lei, in fondo.



Serie dei micro racconti: Il Vampiro


Si muoveva lentamente intorno a me che lo fissavo rapita come se stessi guardando una pantera pericolosa, immobile davanti ai suoi movimenti felpati sin troppo studiati, sentivo l’affanno nel petto a ogni sguardo o movenza che lo conduceva più vicino.
“Hai paura?” mi chiese capitolando a pochi centimetri dal mio viso rosato e dal mio corpo bloccato.
“Un pochino” risposi deglutendo senza aver la possibilità di staccare gli occhi dai suoi.
“Non ti farà male” mi afferrò la nuca e io socchiusi gli occhi ormai vinta.
“Lo so” rantolai in un suono gutturale, il suono di chi s’arrende.
Lui mi piegò il capo ed io non obiettai né mi ribellai in alcun modo. Poi i suoi canini forti mi squarciarono la gola, si conficcarono nella giugulare e io lentamente morii.
Morire non era quello che avrei desiderato fare stanotte, ma mi capitò perché l’amore è come l’oscurità, non sai mai cosa nasconde.



Serie dei micro racconti: Vivo o morto

Stare dalla parte sbagliata di un'arma è un pessimo modo per iniziare la giornata.
Lo capii il giorno in cui aprii la porta e mi trovai una magnum puntata in mezzo agli occhi.
L'uomo dietro la pistola mi spinse dentro la stanza.
“Dimmi lei dov'è o t'ammazzo!” ruggì.
"Io so dov’è ma preferisco morire che dirtelo!” deglutii "Non ti piace la mia faccia? Vorresti piantarmici un proiettile dentro per vedere se migliora, per vedere se il porpora mi dona?”. Speravo di rintronarlo di parole, ma mi tremavano tutti i peli del corpo.
"Cosa blateri dannato, dimmi dov'è mia figlia, oppure giuro che ti sparo e poi ballo sul tuo cadavere!" Mario era il padre padrone di Gaia, la ragazza che amavo e dopo che lei mi raccontò degli abusi, delle botte e di tutto il resto io dovevo solo proteggerla.
"Ma fanculo sparami! E fallo in fretta, prima che mi passi la paura! Guardati, mi fai pena! Sei feccia e se non muori dalla vergogna ti tritureranno in carcere, o ti ucciderò io stesso!" urlai disgustato, avrei voluto sputargli in faccia ma non ero proprio nella posizione di poterlo fare ed era assurdo quanti lucidi e ironici fossero i miei pensieri.
BAM! Il proiettile mi colpì alla gamba destra, mi piegai di scatto, aveva affondato nella coscia ed il dolore...maledizione che fottuto dolore. Caddi infine al suolo e mi sputò addosso, Assurdo! Mi aveva appena rubato l'idea!
“Non parli più moccioso?" Lui rise e io lo fissai disgustato, avevo la mano pigiata sulla gamba a tamponare il sangue, sapevate che il sangue è caldissimo? Io no, beh oralo sapevo.
"Sparami pure, amo Gaia e non la tradirò mai" fissai l’arma che avevo ancora puntata addosso.
"Anch'io la amo" ribatté lui quasi titubando ora.
"Allora sparati figlio di puttana, se la ami sparati, perché tu l'hai distrutta e persa per sempre"
BAM!





Serie dei micro racconti: L'anticristo

"Non fermarti! Cazzo corri John!" disse Nathan cercando di far presa sulla sua bontà d'animo, in fondo Sam non concoceva Emy ma ormai era entrato nel vortice, lo avevano addirittura ferito e solo perché era con Nathan e Loro volevano Emy. E la volevano stanotte: nel suo ventre cresceva il seme del male e lo stava facendo con una velocità inumana.
"Non so neppure chi cazzo sia lei, perché sono uscito con te stasera!" esclamò John correndo, in verità era uscito con Nathan perché gli doveva un favore che voleva saldare così, aiutandolo ad espatriare la sorella, lontano da quella setta che la cercava per estirparle dal ventre il seme del male. Solo che gli avevano rubato il pick-up e poi li avevano aggrediti, ed ora erano in corsa, una corsa contro il tempo.
"E' mia sorella e ci sei dentro fino al collo, corri!" lo incitò Nathan, correndo ancora più velocemente, in quell'istante non gli importò neppure più di lasciarlo indietro, doveva salvare la sua Emy.
"Ti prego fermati, ho bisogno di un medico" la ferita al petto di John sanguinava parecchio ma Nathan non si fermò. Il bambino avrebbe potuto nascere quella sera stessa, e Lei doveva essere la sicuro. Fece uno sprint come infastidito dal lamentarsi dell'uomo, e lo seminò in breve tempo.
Corse senza mai voltarsi né fermarsi, pensando che poco gl'importava se dal ventre palpitante di Emy sarebbe nato l'anticristo. Il male non vive forse in ognuno di noi? Si rispose di si, raggiungendo il rifugio segreto. Ce l'aveva fatta, nessun ripensamento, nessun senso di colpa, aveva già deciso da che parte stare e solo per amore. Male e bene non sono forse i lati di una stessa medaglia?
La serratura del rifugio scattò e lo sguardo di Emy lo trovò. Lei era sua sorella e lui aveva decisamente deciso da che parte stare. Ecco perché era lì.



Cercasi nomi

decenti.
Sto scrivendo, come vi dicevo, tre romanzetti e ne ho anche un quarto in partenza.
Ma che dire, i nomi dei personaggi non mi convincono.
Allora passo tutto il mio tempo sui siti di noi e poi, come stanotte, sogno di essere in attesa di un altro figlio! Ahah..
Sempre meglio che il sogno di ieri notte, nel quale fuggivo da un killer ed ero già morta, mi vedevo con la testa aperta in due e il cervello appena fuori... praticamente potrei scriverci un horror!

Buona giornata!

Deb

Buongiorno!

Qui piove ancora e stanotte si è fatta anche nottataccia.
I bimbi malaticci e la ressa per la casa!
Ci vorrebbero giornate da 50 ore almeno per far tutto, e intanto ho 4 file word cominciati con romanzetti che trovo anche davvero carini... e non riesco ad andare avanti.

Intanto segnalo di nuovo la pagina da cui è acquistabile il mio romanzo, che lo ricordo è ordinabile in tutte le librerie d'Italia!

http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=686

presto ci saranno alcune novità, sia sul seguito che sui miei romanzi nel cassetto!

Auguro a tutti una felice giornata e vi lascio una frase:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150917595410537&set=a.10150558018780537.641595.354305880536&type=1&theater

è tratta dal mio romanzo, la mia piccola soddisfazione personale!

Baci, Deb

domenica 6 novembre 2011



Lascio anche il link della mia pagina Fb: https://www.facebook.com/pages/Sussurri-nel-silenzio/354305880536

e rinnovo la buonanotte :D

Progetti futuri

Stasera volevo parlare dei mie progetti futuri.
Parlo di scrittura e non del lavoro di cui al momento son molto soddisfatta.

Attualmente ho sei romanzi in revisione, che procedono così lenti da non costituire di certo un impegno e altri 3 romanzi in stesura.
Uno di questi è il io primo (e ultimo) fantasy classico.
Anche se gli ho dato sfumature surreali prima, horror poi, rappresenta proprio fantasy puro, una sorta di sfida con me stessa, che mi ha portata alla conquista di 40 pagine in due mesi; va a rilento, troppo.
Ma non mi do per vinta e lo voglio finire, le razze sono originali e la storia anche, pochissimi cliché, se non nessuno, il che mi stimola a continuare.
Mentre gli altri due in stesura sono un solito urban fantasy, che mi serve per stimolare me stessa più che per arrivare chissà dove, e un romanzo d'amore un po' anomalo, che altro non dev'essere che una storia piacevole  e rilassata.
E' che scrivere mi scarica, ne ho proprio bisogno, fiondarmi e creare regni, vite alternative, personaggi, le loro storie, mi fa evadere quanto basta per soddisfarmi.
Nel mentre sto sempre cercando la storia della mia vita, quella che come Luna cremisi e solo un altro romanzi scritto finora, mi prende al centro e mi svuota.
Speriamo che arrivi l'ispirazione definitiva, nel mentre scribacchio storie, senza mai fermarmi.
Se passate di qui e vi va di approfondire, o come me siete scrittori in erba, segnatevi la mia mail, ricordo che sono anche editor di una nota casa editrice e potremmo parlare un pochino.
Per il momento è tutto, buona serata e buon inizio di una nuova, piovosa (mannaggia a ste alluvioni, porca miseria!) settimana lavorativa a tutti

Deb

sabato 5 novembre 2011

Buon piovoso sabato a tutti!

Quest'oggi vi parlerò dei miei progetti futuri, dei concorsi che ho fatto, e del mio lavoro.

anzitutto queste stesse cose potete trovarle sul mio sito personale:

www.deborahfasola.it

Ma sotto la scrosciante pioggia volevo spendere due parole su queste cose.
Nel corso del 2011 ho partecipato ad almeno una decina di concorsi, che ultimamente stanno dando i loro frutti (salvo quelli persi per strada, nel senso che, gli editori non han fatto più sapere nulla).

Questo mese uscirà con Leone Editore un antologia dal titolo: Ti volevo dire, dove comparirà un mio testo.
Stamattina inoltre ho ricevuto comunicazione per l'inserimento di un mio racconto (a cui tenevo particolarmente a dire il vero, poiché parla di maternità) per un altra antologia.

Sperando che queste piccole soddisfazioni non finiscano qui, sono attualmente impegnata in alcuni progetti:

Due romanzi in stesura (piuttosto agli inizi però), due in fase di editing, e alcuni racconti in eleborazione.

Ultimamente però il tempo si è davvero ridotto, tra figli, famiglia, casa e il mio lavoro sono piuttosto impegnata.

Vi parlo anche del mio lavoro, che oserei chiamare passione più che lavoro, visto che è quello che sogno da sempre.
All'oggi sono infatti editor della Società editrice MonteCovello (www.montecovello.com), una casa editrice serissima e molto attiva. La fortuna è che le persone che la gestiscono e quelle che vi lavorano sono grandi professionisti, e devo dire di trovarmi benissimo.

Anzi, invito gli scrittori che passano di qui di visionare il sito sopra citato e, se interessati contattarmi (faccio anche scouting) alla seguente mail: deborah.fasola@libero.it oppure a deborahfasola@gmail.com
disponibile a visionare il Vostro materiale e proporvi un contratto se sarà ritenuto idoneo.

In definitiva è un periodo molto soddisfacente, presto vi parlerò di come procede il mio romanzo d'esordio, delle presentazioni in agenda e inserirò i link e gli articoli con le nuove recensioni.

Per il momento è tutto, grazie a chi mi segue o a chi passerà di qui.

Buon week end a tutti voi, sperando che smetta di piovere, ma come diceva un grande: Non può piovere per sempre

Deb